In queste prime 10 giornate di Serie A mi è capitato di dare più volte un'occhiata a "90° Minuto". La trasmissione di Rai Due, in onda la domenica alle 18.10, resiste nonostante la progressiva frammentazione del calendario (tornerò su questo punto). Ovviamente, chi ha Sky o Mediaset Premium, non ha alcuna necessità di sintonizzarsi sulla seconda Rete per guardare i gol della domenica pomeriggio. Tuttavia, esiste una platea abbastanza ampia di persone che non si può permettere l'abbonamento a una pay-tv e che rimane fedele al programma ideato, tra gli altri, da Paolo Valenti. Gli ascolti di 90° Minuto, al netto di oscillazioni derivanti da possibili big-match disputati la domenica pomeriggio (evento piuttosto raro), sono stabili attorno al 1.5 milioni di telespettatori.
Marco Mazzocchi ha raccolto il testimone di Franco Lauro, apportando alcune novità al programma. Presenza in studio - a fianco del solito Jacopo Volpi - di un paio di ex calciatori-opinionisti, maggior spazio all'interazione con i telespettatori (Twitter), qualche spruzzata di amarcord e un ritmo leggermente più veloce rispetto al recente passato. Il programma, nel complesso, è godibile.
L'altra novità riguarda lo sviluppo dei servizi, con gli inviati dai campi chiamati a dare un voto, su una scala da 1 a 5, alla partita da loro seguita. E' scontato dire che ogni inviato abbia una propria sensibilità calcistica e che quindi il voto generale a un match resti piuttosto soggettivo. In occasione della 10a giornata 14/15, però, abbiamo assistito ad un episodio piuttosto curioso con protagonista Dario Di Gennaro. Non è questo il post più adatto per esprimere un giudizio sulle qualità del suddetto - ad ogni modo i suoi servizi e la sua conoscenza di squadre e calciatori non sono proprio inappuntabili, diciamo così - ma il suo giudizio su Chievo-Sassuolo 0-0 si presta ad alcune considerazioni. Il buon Di Gennaro ha terminato il servizio chiosando: "L'arbitro pone fine all'agonia di pubblico e telespettatori" affibbiando al match del Bentegodi il seguente voto: 0 (su una scala da 1 a 5, ricordiamo). Non pago, ha chiuso il collegamento sottolineando come dopo partite del genere "si debba provvedere a varare la riforma della Serie A a 18 squadre, ancor meglio a 16". In studio a Roma davano ragione a Di Gennaro, infilando anche il consueto "pippone" sul calcio-spezzatino che danneggia il pubblico, ecc. A supporto delle due intemerate, ecco puntualissimi i tweet dei telespettatori. A questo punto, alcune domande sorgono spontanee, come diceva il buon Lubrano.
Di Gennaro si sarebbe mai permesso di dare un voto 0 ad un'altra partita che, magari, avesse coinvolto una o due squadre con maggior "bacino d'utenza" (Chievo-Sassuolo è la partita tra le più piccole realtà della nostra Serie A)? Ok, la partita è stata brutta, supponiamo orribile (non l'ho vista quindi non posso esprimere un'opinione), ma attribuire uno 0, non è forse una mancanza di rispetto nei confronti dei due club, dei giocatori, degli allenatori coinvolti? Prendere spunto da una singola partita per sostenere la - comprensibile, l'ho fatto anch'io - causa del campionato a 18 0 16, non equivale a dire "Chievo e Sassuolo andrebbero eliminate dalla Serie A"? Secondo Di Gennaro negli altri campionati a 20 squadre non ci sono 0-0 noiosi?
E poi, caro studio di Roma, perorare la battaglia contro il calcio-spezzatino e gli orari dei match - certamente comprensibile dal punto di vista degli interessi Rai, che con più partite la domenica pomeriggio migliorerebbe gli ascolti e di conseguenza gli introiti pubblicitari - non è molto coerente da parte vostra. Provate a dare un'occhiata al calendario dei sedicesimi di finale della Coppa Italia 13/14. Chi ha stabilito gli orari di quelle partite (ad esempio il martedì alle 15.00 e alle 17:00) che di certo "non favoriscono le persone che lavorano"? La Lega Calcio di concerto con chi deteneva i diritti televisivi, vale a dire la stessa Rai. In sostanza, chi possiede i diritti televisivi comanda e detta le regole del gioco. Non discuto se sia giusto o sbagliato. E' semplicemente così.
Postilla sul campionato a 18 squadre e sul calcio-spezzatino. Nel recente passato ho scritto alcuni post su questi due temi. La riduzione del numero di squadre in Serie A (18) mi trova pienamente favorevole (vedi). Ovviamente per ragioni totalmente diverse dalla qualità di Chievo-Sassuolo. Il passaggio a 18 squadre, accompagnato da 4 retrocessioni in B, infatti, comporterebbe l'eliminazione dei fastidiosissimi turni infrasettimanali, la riduzione del numero di match scontati - l'esatto contrario di Chievo-Sassuolo - e un maggior numero di squadre "impegnate" fino al termine della stagione.
Per quanto riguarda il c.d. calcio-spezzatino, invece, la suddivisione della giornata di Serie A adottata fino a un paio di stagioni fa era equilibrata. Tre anni fa scrissi un post in cui mi schierai a favore di quella frammentazione (vedi). Da quest'anno è stato deciso - meglio, le Tv hanno deciso - di "sperimentare" nuove fasce orarie (sabato alle 15:00) e di potenziarne altre già utilizzate (domenica ore 18:00 e posticipi del lunedì). Pur ribadendo che le Tv hanno il coltello dalla parte del manico - i club di Serie A sopravvivono grazie agli introiti dei diritti televisivi - e che sia giusto studiare degli orari per favorire la diffusione della Serie A all'estero, l'attuale frammentazione è oggettivamente eccessiva. Personalmente non scenderei mai sotto i 5 match in programma la domenica pomeriggio. Per i motivi di cui sopra, però, non deve essere la Rai a criticare calcio-spezzatino e orari delle partite. La coerenza prima di tutto.
immagine tratta da bisignanoinrete.com
Marco Mazzocchi ha raccolto il testimone di Franco Lauro, apportando alcune novità al programma. Presenza in studio - a fianco del solito Jacopo Volpi - di un paio di ex calciatori-opinionisti, maggior spazio all'interazione con i telespettatori (Twitter), qualche spruzzata di amarcord e un ritmo leggermente più veloce rispetto al recente passato. Il programma, nel complesso, è godibile.
L'altra novità riguarda lo sviluppo dei servizi, con gli inviati dai campi chiamati a dare un voto, su una scala da 1 a 5, alla partita da loro seguita. E' scontato dire che ogni inviato abbia una propria sensibilità calcistica e che quindi il voto generale a un match resti piuttosto soggettivo. In occasione della 10a giornata 14/15, però, abbiamo assistito ad un episodio piuttosto curioso con protagonista Dario Di Gennaro. Non è questo il post più adatto per esprimere un giudizio sulle qualità del suddetto - ad ogni modo i suoi servizi e la sua conoscenza di squadre e calciatori non sono proprio inappuntabili, diciamo così - ma il suo giudizio su Chievo-Sassuolo 0-0 si presta ad alcune considerazioni. Il buon Di Gennaro ha terminato il servizio chiosando: "L'arbitro pone fine all'agonia di pubblico e telespettatori" affibbiando al match del Bentegodi il seguente voto: 0 (su una scala da 1 a 5, ricordiamo). Non pago, ha chiuso il collegamento sottolineando come dopo partite del genere "si debba provvedere a varare la riforma della Serie A a 18 squadre, ancor meglio a 16". In studio a Roma davano ragione a Di Gennaro, infilando anche il consueto "pippone" sul calcio-spezzatino che danneggia il pubblico, ecc. A supporto delle due intemerate, ecco puntualissimi i tweet dei telespettatori. A questo punto, alcune domande sorgono spontanee, come diceva il buon Lubrano.
Di Gennaro si sarebbe mai permesso di dare un voto 0 ad un'altra partita che, magari, avesse coinvolto una o due squadre con maggior "bacino d'utenza" (Chievo-Sassuolo è la partita tra le più piccole realtà della nostra Serie A)? Ok, la partita è stata brutta, supponiamo orribile (non l'ho vista quindi non posso esprimere un'opinione), ma attribuire uno 0, non è forse una mancanza di rispetto nei confronti dei due club, dei giocatori, degli allenatori coinvolti? Prendere spunto da una singola partita per sostenere la - comprensibile, l'ho fatto anch'io - causa del campionato a 18 0 16, non equivale a dire "Chievo e Sassuolo andrebbero eliminate dalla Serie A"? Secondo Di Gennaro negli altri campionati a 20 squadre non ci sono 0-0 noiosi?
E poi, caro studio di Roma, perorare la battaglia contro il calcio-spezzatino e gli orari dei match - certamente comprensibile dal punto di vista degli interessi Rai, che con più partite la domenica pomeriggio migliorerebbe gli ascolti e di conseguenza gli introiti pubblicitari - non è molto coerente da parte vostra. Provate a dare un'occhiata al calendario dei sedicesimi di finale della Coppa Italia 13/14. Chi ha stabilito gli orari di quelle partite (ad esempio il martedì alle 15.00 e alle 17:00) che di certo "non favoriscono le persone che lavorano"? La Lega Calcio di concerto con chi deteneva i diritti televisivi, vale a dire la stessa Rai. In sostanza, chi possiede i diritti televisivi comanda e detta le regole del gioco. Non discuto se sia giusto o sbagliato. E' semplicemente così.
Postilla sul campionato a 18 squadre e sul calcio-spezzatino. Nel recente passato ho scritto alcuni post su questi due temi. La riduzione del numero di squadre in Serie A (18) mi trova pienamente favorevole (vedi). Ovviamente per ragioni totalmente diverse dalla qualità di Chievo-Sassuolo. Il passaggio a 18 squadre, accompagnato da 4 retrocessioni in B, infatti, comporterebbe l'eliminazione dei fastidiosissimi turni infrasettimanali, la riduzione del numero di match scontati - l'esatto contrario di Chievo-Sassuolo - e un maggior numero di squadre "impegnate" fino al termine della stagione.
Per quanto riguarda il c.d. calcio-spezzatino, invece, la suddivisione della giornata di Serie A adottata fino a un paio di stagioni fa era equilibrata. Tre anni fa scrissi un post in cui mi schierai a favore di quella frammentazione (vedi). Da quest'anno è stato deciso - meglio, le Tv hanno deciso - di "sperimentare" nuove fasce orarie (sabato alle 15:00) e di potenziarne altre già utilizzate (domenica ore 18:00 e posticipi del lunedì). Pur ribadendo che le Tv hanno il coltello dalla parte del manico - i club di Serie A sopravvivono grazie agli introiti dei diritti televisivi - e che sia giusto studiare degli orari per favorire la diffusione della Serie A all'estero, l'attuale frammentazione è oggettivamente eccessiva. Personalmente non scenderei mai sotto i 5 match in programma la domenica pomeriggio. Per i motivi di cui sopra, però, non deve essere la Rai a criticare calcio-spezzatino e orari delle partite. La coerenza prima di tutto.
immagine tratta da bisignanoinrete.com
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