Il talento sprecato di Luis Muriel, prigioniero di Di Natale e dei suoi record

Chi segue da lontano le partite dell'Udinese si interroga sul perché Luis Muriel, l'attaccante colombiano classe 1991, non sia ancora riuscito a compiere il definitivo salto di qualità. Nella stagione 2011/12, in prestito al Lecce, tifosi e addetti ai lavori si accorsero del talento smisurato del colombiano. Velocità, potenza, tecnica sopraffina, buone capacità realizzative.  Il primo anno a Udine, nonostante un infortunio che lo costrinse ai box a inizio stagione, Muriel realizzò 11 gol in 22 partite. L'annata 2013/14 avrebbe dovuto essere quella della consacrazione con Brasile 2014 sullo sfondo. Da quel momento, invece, Luisito sembra essersi smarrito. Perché? Quali sono i motivi della sua involuzione o mancata crescita? Certamente la sua tendenza a ingrassare, dovuta principalmente a un regime alimentare non proprio da atleta, lo ha rallentato. Anche qualche piccolo infortunio muscolare non ha aiutato il colombiano. Ma la spiegazione non può fermarsi a questi due fattori. Il vero motivo per cui Muriel non  ha reso per quello che vale - cioè moltissimo - è molto semplice: non è mai stato messo nelle condizioni di farlo. Perchè? Perché Muriel è prigioniero di Di Natale e dei record del capitano. In molti, quando Muriel tornò all'Udinese, prefigurarono una coppia gol strepitosa con Di Natale. In realtà, chi segue attentamente le vicende friulane, sapeva benissimo che la convivenza col capitano non sarebbe stata semplice. Anzi, impossibile. Col passare degli anni e con il susseguirsi dei record, infatti, Di Natale ha accentuato la sua caratteristica di "accentratore" (e se vogliamo di primadonna). Tutta la squadra deve giocare per lui. Tutti devono metterlo nelle condizioni di migliorare i suoi primati. Lo si nota praticamente in tutte le partite con i compagni di squadra, spesso giovanissimi, mandati platealmente a quel paese per un passaggio sbagliato. In passato, un giocatore di sicuro valore come German Denis fu protagonista di una stagione deludente in maglia bianconera. Anche in quel caso non certo per colpa sua. Nelle poche occasioni in cui El Tanque partì titolare fu costretto a fare le veci di Sanchez, snaturandosi completamente per giocare alle spalle di Di Natale che già allora pretendeva la massima libertà offensiva. Peraltro, nell'unica partita giocata al posto di Di Natale nel (suo) ruolo di centravanti, Denis segnò un gol decisivo contro il Napoli.
E' evidente che Di Natale è già entrato nella storia dell'Udinese e i suoi gol saranno ricordati in secula seculorum. Tuttavia, a 37 anni appena compiuti, l'attaccante napoletano ha ridotto di molto il suo raggio d'azione e, quando non va in gol, le sue prestazioni non sono di certo memorabili. A quell'età, un capitano dovrebbe valutare serenamente se siano più importanti i propri record o il bene della squadra. E, nel caso in cui non riesca a essere obiettivo con sè stesso, dovrebbe essere l'allenatore a farglielo capire. Stante l'assoluta incompatibilità tra i due, un ruolo alla Altafini - o alla Del Piero dell'ultimo periodo juventino - sarebbe la soluzione ideale per lanciare definitivamente Muriel e allungare la carriera a Di Natale. Il colombiano non può essere costretto a giocare da rifinitore, da trequartista centrale a supporto di Di Natale. Muriel è un centravanti e come tale deve giocare. Da titolare. Punto. Costringerlo a giocare fuori posizione, magari con compiti di pressing sul regista avversario o farlo partire dalla panchina, concedendogli poche chance da titolare, sono i modi peggiori per sfruttarne le notevolissime doti. 
Vedremo se Stramaccioni avrà il coraggio di prendere una decisione certamente non semplice, forse impopolare (soprattutto a livello di media locali...), ma logica, quasi inevitabile. Per il bene di tutti, Udinese in primis.

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