Ieri mi sono imbattuto in alcune interessanti notizie dal mondo del ciclismo.
NIENTE GIRO PER NIBALI - La prima news arriva da Treviso dove il preparatore di Vincenzo Nibali, Paolo Slongo, ha anticipato i piani dello Squalo per la stagione 2015. Niente Giro d'Italia e fiches puntate quasi interamente sulla riconferma al Tour de France. Nibali disputerà le Classiche a lui più congeniali (su tutte la Liegi, sfuggitagli per poco nel 2012) e si avvicinerà alla Grande Boucle con un programma simile a quello del 2014. Insomma, per il secondo anno consecutivo, dopo il successo del 2013, Nibali non disputerà il Giro d'Italia. Le ragioni esposte da Slongo sono comprensibili. Il percorso del Tour è più adatto alle caratteristiche del messinese (frase che ci saremmo sognati di scrivere fino a qualche anno fa) e la doppietta Giro-Tour rappresenta un'incognita troppo grande nel ciclismo moderno.
Non si discutono le motivazioni. Di sicuro è stata molto più criticabile l'assenza d Nibali all'ultimo Lombardia causa gara in Kazakistan. Il punto è che il Giro d'Italia, spiace dirlo, è ormai diventata, per appeal, collocazione e starting list, la terza grande corsa a tappe del panorama ciclistico. Non parlo di percorsi. Parlo della capacità di Rcs di attirare i grandi campioni, quelli in grado di scaldare i cuori degli appassionati e rendere la Corsa Rosa un appuntamento imperdibile anche al di fuori dei nostri confini. Del resto, come recita un vecchio adagio, "la corsa la fanno i corridori". A memoria, l'ultimo bel duello per la conquista del Giro risale al 2010 quando Ivan Basso, tornato dopo la squalifica per l'Operacion Puerto, sconfisse Cadel Evans. Nel 2011 Contador chiuse il Giro - poi revocato - nella prima vera salita (Etna). Nel 2012 ci fu un'edizione mediocre con il successo di Hesjedal e nel 2013 assistemmo ad un monologo di Nibali. Lo scorso anno c'è stata l'edizione "dei giovani". Interessante, soprattutto nella seconda parte, ma i grandi nomi (Quintana a parte) si erano dati tutti appuntamento al Tour. Insomma, nemmeno nel 2015, con buona pace degli appassionati - Oleg Tinkoff compreso - vedremo due o più campioni contendersi la maglia rosa. Ci sarà, speriamo, Alberto Contador e con lui il nostro Fabio Aru. Nibali, Froome, Quintana e Valverde saranno al Tour (gli ultimi due anche alla Vuelta). Spiace constatare come il gap, in termini di organizzazione e comunicazione, tra Rcs ed ASO (organizzatrice di Tour, Vuelta e molto altro) si stia allargando in modo sempre più evidente. Non ci vuole molto per capirlo. Basterebbe confrontare le ultime presentazioni di Giro e Tour.
TEST ANTIDOPING A TENERIFE - Su Cycling News è apparso un articolo molto dettagliato riguardante la presunta assenza di test antidoping a Tenerife, nel corso del 2014. Come emerso dalle numerose testimonianze degli ultimi anni, alcune delle squadre più importanti del periodo più buio del ciclismo (pre-2011?), utilizzavano i lunghi allenamenti alle Canarie - ah, i mitici test sul Teide - per "agire" con la massima tranquillità.
Anche oggi le Canarie rappresentano una meta ideale per gli allenamenti delle formazioni più importanti. Lo scorso maggio Chris Froome si era detto contrariato per il fatto che tre dei principali favoriti del Tour (lui, Nibali e Contador), avessero soggiornato per un lungo periodo a Tenerife senza mai essere controllati dall'antidopng. Cycling News ha effettuato una bella ricerca, intervistando i tre team citati, l'UCI e Robin Parisotto, il massimo esperto di "passaporto biologico". Da leggere.
IL VIDEO POSTDATATO DI PANTANI - Ieri è circolato in Rete, pubblicato da affariitaliani.it e ripreso da quasi tutti i principali siti, un video con un'intervista inedita a Pantani, rilasciata al giornalista Angelo Rizzo. Dopo l'ennesima "svolta nelle indagini", descritta lunedì 17 novembre sulla Gazzetta dall'instancabile Ceniti, ecco un filmato che dimostrerebbe come Pantani stesse pensando al rientro alle corse. Inzialmente il video era stato datato "autunno 2003", vale a dire pochi mesi prima della morte. Si voleva forse dimostrare che Pantani, poco prima del febbraio 2004, era lucido e aveva grandi progetti?
Poi, grazie a Tuttobici, si è capito come quel video risalisse al 2002, "visto che Marco parla di una nuova squadra (la Stayer), che Manuela Ronchi – la sua manager – avrebbe voluto allestire. La cartina tornasole è il suo volto abbronzato e le orecchie a sventola, che Marco correggerà nel dicembre di quell’anno". Insomma, un'intervista postdatata.
Siamo ormai sul livello di "Elena Ceste: spuntano nuovi particolari/testimoni". Si cercano ogni giorni dettagli o frammenti che possano suffragare le tesi del complotto di Campiglio e dell'omicidio di Rimini, dimenticandosi completamente delle evidenze emerse in due distinti processi.
Non ritorno sulla vicenda Pantani (qui trovate i post già scritti), ma suggerisco questo articolo di Eugenio Capodacqua che affronta in modo asciutto e documentato la vicenda.
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