L'inaccettabile telecronaca di Bragagna contro Schwazer (e Donati)

"Un’operazione di maquillage e marketing”. Così Franco Bragagna definì il progetto Schwazer-Donati durante la telecronaca Rai del Golden Gala 2015 (vedi articolo di Eugenio Capodacqua).
In quel momento, la mia stima verso lo storico telecronista dell'atletica leggera (e non solo) cominciò a venir meno. Blog-In, infatti, ha sostenuto sin dal primo istante il recupero a livello umano e agonistico di Alex (vedi) e lo scorso luglio, insieme all'amico Alberto, abbiamo organizzato una giornata speciale a Roma (vedi). Definire in quel modo un progetto unico, di altissimo valore umano e sportivo, è stato un colpo basso che mai mi sarei aspettato da uno dei migliori giornalisti di Rai Sport.
Chissenefrega se la penso diversamente da Bragagna direte. Vero. Il "problema", però, ha assunto dimensioni grottesche in occasione del ritorno alle gare di Schwazer dopo 3 anni e 9 mesi di squalifica. Un rientro strepitoso, con la vittoria nella gara dei Mondiali a squadre di Roma e la qualificazione alle Olimpiadi (ma non era un'"operazione di marketing"?).
La telecronaca condotta da Franco Bragagna è stata un profluvio di durissime critiche al marciatore altoatesino. Basta riascoltare i primi 10' di gara. Bragagna è partito subito all'attacco, sostenendo, senza contraddittorio, una posizione al limite dell'astio nei confronti di Schwazer. Qualsiasi cosa, qualsiasi azione compiuta da Schwazer dal 2012 in poi è stata oggetto di critica feroce. Addirittura il buon Bragagna, dopo 4' di gara (!), ha stigmatizzato il gesto tecnico, sostenendo che prima della squalifica Schwazer  marciasse molto meglio. Secondo il telecronista bolzanino, poi, l'apertura dell'inchiesta sui whereabouts è stata "colpa" di Schwazer. Un attacco continuo che non ha risparmiato nemmeno Sandro Donati. Dai dubbi sulle sue qualità di allenatore della marcia, si è arrivati sino alla frase che, probabilmente, descrive alla perfezione il sentimento di Bragagna nei confronti del progetto: "Donati, paladino dell'antidoping o presunto tale". Per sostenere questa tesi, a dir poco curiosa, Bragagna ha tirato in ballo la recente polemica tra Donati e la WADA, dimenticando però di citare oltre 30 anni di battaglie contro il sistema.

Ora, come ho avuto modo di dire, sulla vicenda Schwazer è naturale, oltre che legittimo, avere delle opinioni diverse. Magari, a chi ha lanciato messaggi di puro odio nei confronti di Alex (Tamberi, Tallent, Diniz) consiglio di studiarsi un po' meglio il progetto messo in piedi dal prof. Donati e dal suo staff. Detto ciò, il telecronista della Tv pubblica ha il dovere di informare in modo completo - possibilmente nel modo più imparziale possibile - i telespettatori. Può avere un opinione, può anche esprimerla, ma ha il dovere di fornire a chi segue la gara da casa, tutti gli strumenti utili per formarsi un'idea sulla vicenda. Ieri Bragagna non l'ha fatto, portando avanti la sua personalissima battaglia contro Schwazer e contro il progetto guidato dal Prof. Donati. Inconcepibile. E inaccettabile.
Personalmente si tratta di una delle più grandi delusioni di sempre a livello giornalistico. Incredibile come una persona intelligente come Bragagna abbia utilizzato il mezzo pubblico per sparare a zero contro un progetto che rappresenta, invece, una straordinaria storia di sport e di vita.

Ps, sulla stessa vicenda, si è espresso anche Cycling Pro. Questo il finale dell'articolo che condivido al 100%:
"Da due giorni aspettiamo una presa di posizione della Rai su quanto accaduto. Dopo un episodio del genere può Franco Bragagna (che è libero di avere la posizione che meglio crede sul caso) commentare con equilibrio l’atletica ai Giochi di Rio per il servizio pubblico?".

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