Gazzetta Tv, ma il ciclismo (e il Giro)?

Lo scorso febbraio scrissi un post sulla nascita di Gazzetta Tv (canale 59 Dtt). In quell'articolo espressi attesa, curiosità e qualche perplessità sulla nuova avventura editoriale. Il busillis riguardava l'impostazione del canale: solo Talk o anche eventi live? Ovviamente per un canale che nasceva a stagione sportiva in corso non era facile accappararsi dei diritti di buon livello (nonostante un budget di rilievo). A distanza di qualche mese è possibile tracciare un primo mini-bilancio sull'avventura del canale 59. La componente Talk&News è stata decisamente preponderante. Il fiore all'occhiello a livello di eventi live è stata senza subbio la Copa America, trasmessa lo scorso giugno. Buone anche le acquisizioni di Championship e Coppa di Lega inglese (il calcio d'Oltremanica ha sempre il suo fascino). Pesante, invece, la mancata acquisizione dei diritti della Serie A di basket, finiti a Sky e Rai Sport.
La proporzione degli spazi dedicati a calcio e agli altri sport è stata invece insufficiente. Non siamo ai livelli bulgari di Studio Sport, ma anche su Gazzetta Tv il pallone domina notiziari e approfondimenti. Per il resto, MotoGp e F1, qualche spruzzata di basket, tennis e volley (anche per i diritti acquisiti) e molti promo degli eventi trasmessi. La scorsa estate, con le numerose fasce dedicate al calciomercato, è apparso chiaro che il competitor principale del canale 59 è Sportitalia (guarda caso passato nel frattempo al ch.60dtt).
Il dominio mediatico del calcio, con spazi sempre più ridotti per gli altri sport, non è una novità purtroppo. Dal canale televisivo del quotidiano italiano più multisportivo, tuttavia, ci si poteva un maggior equilibrio nella suddivisione degli spazi. Nel complesso, Gazzetta Tv dà l'idea di essere un un canale ancora alla ricerca di una propria identità. I notiziari sono curati ma lasciano l'impressione che manchi sempre qualcosa per renderli un appuntamento imperdibile (lo stesso ticker con le news di giornata è piuttosto corto se confrontato, ad esempio, con quello di Sky Sport 24). Interessante e di qualità l'interazione con la redazione della Gazzetta dello Sport. A livello di Talk sono stati fatti diversi tentativi, sia per il live della Serie A che per l'approfondimeno del lunedì. Dal 2 novembre partirà la nuova trasmissione "Lo Spogliatoio", un Talk serale condotto da Franco Piantanida (ex Radio 24) e Carlo Genta (conduttore di Tutti Convocati a Radio 24, famoso per aver detto in una trasmissione che si presume sportiva che "a lui delle Olimpiadi di Sochi non interessava nulla"). Vedremo.


E IL CICLISMO? - Tornando agli sport cui Gazzetta Tv dedica i maggior spazi, non ho citato il ciclismo. All'atto della presentazione del canale, scrissi che l'ingaggio di Andrea Berton, ex voce storica delle due ruote di Eurosport (sostituito egregiamente da Salvo Aiello), poteva essere un segnale in vista di possibili acquisizioni di diritti legati al ciclismo o per curare una vetrina delle corse RCS.
Niente di tutto ciò, almeno fin qui. Berton è stato utilizzato principalmente per i notiziari e per i Talk sul calciomercato. Di ciclismo si è parlato più per dovere istituzionale che per reale interesse durante il Giro 2015. Ed è proprio questo il punto. Com'è possibile che RCS, la società della Gazzetta che organizza il Giro e le principali corse del calendario italiano (peraltro sempre più povero), non faccia nulla, ma proprio nulla, per promuovere la corsa rosa e il ciclismo in genere sul proprio canale televisivo? Mi posso sbagliare, ma a memoria non ricordo nemmeno un documentario o una rubrica che si occupi, che so, delle leggende del Giro d'Italia (andavano bene anche dei filmati estrapolati da qualche VHS a suo tempo allegato alla Gazzetta). Zero. Sarebbe interessante sapere la percentuale di tempo, sul monte ore complessivo, dedicato da Gazzetta Tv al ciclismo. A occhio siamo molto al di sotto della doppia cifra
Fatico a comprendere questa logica. Hai un prodotto di qualità con delle potenzialità enormi (Giro). Hai un mezzo televisivo nuovo (Gazzetta Tv), in cui potresti promuovere l'evento, creando attesa e curiosità, valorizzando il prodotto, attraendo potenziali nuovi sponsor. Il ciclismo, poi, per sua natura, si presta al racconto e alla letteratura sportiva. Perché non creare delle rubriche con dei racconti su tappe o campioni che sono entrati nella leggenda rosa? Anche perché la programmazione delle fasce meno seguite non mi sembra così immodificabile.
Sinceramente, ed è l'impressione che ho da qualche tempo, mi viene il dubbio che, in fondo, a RCS non interessi promuovere più di tanto il Giro d'Italia e le altre corse ciclistiche. Ok, le organizziamo, cerchiamo di fare il meglio possibile, ma non è il nostro core business (come direbbe un manager che sa parlare). Puntiamo su altro. In questo modo, e la cosa è sotto gli occhi di tutti, il confronto con ASO (società che organizza Tour, Vuelta e le princpali corse World Tour) diventa improponibile. Il risultato finale è un Giro studiato bene, con un percorso quasi sempre interessante, ma con un solo campione affermato al via (Nibali 2013, Quintana 2014, Contador 2015, Nibali 2016) e con una promozione mediatica quantomeno rivedibile. Sia sul cartaceo che sul canale televisivo. 
La domanda del titolo del post, quindi, potrebbe anche essere: quale futuro per il Giro d'Italia se nemmeno il "suo" canale televisivo lo promuove? Difficile la risposta, difficile il futuro.
 

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