Come ogni anno, ecco l'analisi sulla ripartizione dei proventi dei diritti televisivi della Serie A 2013/2014. Personalmente ho notato un crescente interesse verso questo argomento e, più in generale, verso tutte le questioni economico-finanziarie legate allo sport. I tifosi cominciano a masticare parole quali fatturato, diritti tv, plusvalenze, ecc. Non è un caso se la classifica dei fatturati dei club calcistici europei sia uno dei post più letti del blog.
Venendo al tema di questo articolo (sintetizzando: quanti soldi hanno intascato le squadre di Serie A da Sky e Mediaset per la stagione 2013/2014), il punto di partenza sarà l'encomiabile lavoro svolto dagli amici de "Il Tifoso Bilanciato", con la simulazione della ripartizione dei proventi 2013-14. Dopodiché daremo uno sguardo all'andamento della suddivisione dei diritti televisivi dal 2011 a oggi e ci proietteremo al futuro, cercando di capire cosa cambierà col nuovo contratto, in vigore nel triennio 2015-18. In Chiusura, grazie ad una delle accuratissime analisi di Luca Marotta, vedremo qual è il rapporto tra introiti da diritti tv e costo del personale (leggi, principalmente, ingaggi).
RIPARTIZIONE DIRITTI TELEVISIVI SERIE A 2013/2014 - Il primo aspetto da sottolineare è la poca trasparenza della Lega Calcio sul tema in questione. A differenza di Premier League e Bundesliga e Ligue1, la Lega nazionale italiana non rende noti i dati ufficiali relativi alla ripartizione dei proventi da diritti televisivi. Per questo si rende necessaria una simulazione che, considerando la complessità e difficoltà di reperire alcuni indici previsti dalla Legge Melandri-Gentiloni, può differire dai dati reali.
Passando alle cifre del 2013/14, si può notare come le REN (la torta che i club si spartiscono) siano sostanzialmente pari a quelle della stagione precedente a causa della superiore "quota paracadute" per i club retrocessi in B.
Venendo alla tabella che più interessa ai tifosi, vale a dire quella relativa ai proventi da diritti televisivi dei diversi club, si può dire che i cambiamenti rispetto alla ripartizione 12/13 (vedi) siano stati minimi.

ANDAMENTO RIPARTIZIONE DIRITTI TV DAL 2011 AL 2014 - Un'altra tabella elaborata da Tifoso Bilanciato chiarisce l'andamento della ripartizione delle ultime tre stagioni. Delle 15 squadre che hanno disputato le ultime tre stagioni in Serie A, Cagliari, Atalanta, Bologna, Catania e Chievo hanno visto diminuire i proventi dei diritti televisivi. Il Genoa si è mantenuto su livelli costanti, tutti gli altri club hanno ottenuto più soldi. In termini di milioni di euro, la società che ha fatto il balzo in avanti più rilevate è stata la Roma, passata dai 47,1 milioni di euro del 2011/12 ai 61,4 dell'ultima stagione (+14,2 milioni). Per conoscere regole e criteri della ripartizione rimando all'articolo dello scorso anno.
COSA CAMBIERA' COL NUOVO CONTRATTO 2015-18? - Il 23 giugno 2014 "La Gazzetta dello Sport" ha elaborato una propria simulazione sulla ripartizione dei proventi da diritti televisivi con il nuovo contratto (2015-18). E' evidente che si tratti di una stima, mancando alcuni indici su cui poter costruire un simulazione più accurata. A dire il vero manca ancora la cifra complessiva che i club si spartiranno. A oggi - fine luglio 2014 - sono stati infatti assegnati solamente i pacchetti A, B e D (vedi pacchetti mancanti). Ad ogni modo, la cifra totale per il primo anno (2015/2016) potrebbe aggirarsi attorno ai 1.100 milioni di euro. Come si evince dalla tabella, i dati Gazzetta sulla ripartizione 2013/14 differiscono da quelli elaborati da "Il Tifoso Bilanciato". Si ritorna al discorso iniziale della mancanza di dati ufficiali forniti dalla Lega Calcio. Nell'ipotetica ripartizione della stagione 2015/16, si nota come il gap tra grandi e medio-piccole dovrebbe aumentare in modo sostanziale. Tra Juventus (prima) e Sassuolo (ultima) ci sarebbero quasi 100 milioni di euro di differenza.
RAPPORTO TRA PROVENTI DA DIRITTI TELEVISIVI COSTO DEL PERSONALE
Come anticipato, la tabella preparata da Luca Marotta dimostra in modo nitido uno dei problemi (probabilmente, IL problema) dei club italiani: gli ingenti proventi dei diritti televisivi non bastano (non sono bastati) nemmeno a coprire i costi del personale. In parole povere, la principale fonte di ricavo delle società di Serie A (complessivamente si parla di quasi un miliardo di euro) non basta da sola a coprire i costi legati ad ingaggi e ammortamenti. "Il rapporto tra il costo del personale complessivo dei club della Serie A 2012/13 e i proventi televisivi incassati è del 118,2%. In altre parole, i diritti TV “coprono” solo l’85% del costo del personale".
Considerando il livello sempre più basso della nostra Serie A, la domanda vagamente retorica da porsi è per quale motivo i club italiani pagano fior di quattrini dei giocatori assolutamente normali, per non dire scarsi? Ed ancora, come è possibile che le società italiane, ricoperte d'oro dalle Tv, non siano riuscite in questi anni ad abbattere il monte ingaggi, investendo tali introiti sulla costruzione di nuovi stadi e sulla rifondazione dei settori giovanili? La risposta è fin troppo semplice. Stiamo parlando della stessa classe dirigente sportiva che in questi giorni sta per eleggere Carlo Tavecchio alla presidenza della FIGC. Insomma, inutile aspettarsi delle gestioni virtuose o lungimiranti.

FONTI
- http://tifosobilanciato.it/2014/05/26/la-simulazione-della-ripartizione-dei-diritti-tv-in-serie-a-per-la-stagione-201314/
- http://luckmar.blogspot.it/2014/07/serie-il-rapporto-tra-diritti-tv-e.html
- La Gazzetta dello Sport del 23/06/2014
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