Mancano meno di tre settimane a Natale e per molti è tempo di pensare ai regali per parenti e amici. E per se stessi. Il consiglio di Blog-In è quello di regalare - o regalarsi - un buon libro. Sportivo, ovviamente. Perché, come recita il titolo della Fiera della piccola e media editoria che si svolge in questi giorni a Roma,"Più libri, più liberi". L'editoria sportiva ha sfornato diversi titoli in questi ultimi anni. Non tutti memorabili a dire il vero. Ovviamente la scelta di un libro è estremamente soggettiva e dipende da molti fattori. Ecco perché, a fianco dei testi suggeriti, troverete una breve spiegazione sul perché acquistarli o regalarli. Tre di questi libri sono di recente pubblicazione e sono facilmente reperibili nelle librerie. Gli altri due sono usciti qualche anno fa (li trovate in vendita in molti shop online), ma mantengono inalterato il loro fascino. Buona lettura!
DINO ZOFF - DURA SOLO UN ATTIMO LA GLORIA (Mondadori, Collana Strade blu, 2014)- Per Claudio Pea è "la più bella storia di calcio che abbia letto". Non so se sia davvero così, ma il libro di Dino Zoff va oltre la semplice biografia. E' il racconto di una carriera eccezionale, unica. Ma è soprattuto la storia di un uomo cresciuto con dei principi fortissimi, rimasti intatti per tutta la vita, sportiva e non. Uno Zoff sorprendente, profondo, riflessivo, sempre però accompagnato da una vena malinconica.
Il Premio Strega Francesco Piccolo ha presentato in anteprima il libro a Pordenonelegge 2014. Mattinata indimenticabile. Qui trovate il post dello stesso Piccolo nel suo blog su corriere.it:
«Il portiere non è un ruolo, è un modo di essere. Implica una scelta iniziale molto difficile, quella di far parte di una squadra, sì, ma a distanza, da lontano. Da quella scelta ne discendono altre, ugualmente difficili: partecipare, ma solo nel momento cruciale, interrompere il gioco invece che continuarlo. Osservare il mondo in silenzio, come si osservano i campi, mentre le sementi crescono. Sulla linea di porta, tra due pali, durante una partita, avviene tutto con fatica, sudore, impegno, concentrazione. Avete mai fatto caso a quanto sudano i portieri durante una gara?».
(dalla recensione di Francesco Piccolo)
STORIE MONDIALI - UN SECOLO DI CALCIO IN 10 AVVENTURE di Federico Buffa e Carlo Pizzigoni (Sperling&Kupfer, 2014) - Le "Storie Mondiali" di Federico Buffa, andate in onda su Sky prima di Brasile 2014, hanno rappresentato uno dei momenti televisivi più alti degli ultimi tempi. Successo enorme, meritato. "Storie Mondiali - Un secolo di calcio in 10 avventure" è la trasposizione letteraria del programma televisivo. Nella recensione di Paolo Morati per Indiscreto trovate alcuni spunti interessanti. Primo tra tutti (verissimo): "I Mondiali (di calcio) hanno scandito i tempi della nostra vita".
"In breve, le dieci avventure raccontate, delle quali molte vissute anche da noi catodici spettatori, in 266 pagine (tabellini esclusi) mettono al centro le partite ma anche gli eventi correlati e a contorno, con diversi balzi e rimbalzi storici a ricollegare episodi e personaggi. Ed è in sostanza questa la chiave più interessante di un libro che fornisce informazioni probabilmente meno note a chi non è propriamente uno storico del pallone, soprattutto nelle bonus track che non necessariamente riguardano vincitori e protagonisti, ma spostano l’attenzione su particolarità meritevoli di attenzione come (o forse più) di chi all’epoca si era guadagnato le prime pagine dei giornali".
(dalla recensione di Paolo Morati)
DELITTO PANTANI - ULTIMO CHILOMETRO di Andrea Rossini (Nda Press, 2014) - Libro che ho recensito recentemente. Blog-In ha sempre seguito le vicende sportivo-processuali, cercando di fornire ai lettori le chiavi per potersi formare autonomamente un'opinione. Al di là del tifo e delle inevitabili simpatie personali. Per questo non troverete qui la recensione di altri libri, sempre con soggetto Pantani, in cui il sentimento prevale sulla ragione e sui fatti. Il libro di Rossini ripercorre in modo iper-documentato e oggettivo gli ultimi mesi di vita di Pantani. Se non vi fermate alle versioni di comodo e se preferite formarvi un'idea valutando fatti e prove, "Delitto Pantani - Ultimo Chilometro" è un libro da leggere.
"Questo non è il solito libro su Pantani scritto sull'onda di un'emozione che non si spegne. È piuttosto un invito a difendersi dai meccanismi della macchina del mito, capace di trasfigurare la verità che, come diceva Simenon, "non sembra mai vera" e, per sua natura, lascia spazio al dubbio (forza, ma anche debolezza della ragione). L'inseguirsi dei colpi di scena risponde a una logica da fiction, prevede la sospensione dell'incredulità, parla al cuore e non alla testa, ai sentimenti profondi, specie del tifoso, che spesso affondano nell'infanzia e ne conservano la purezza (...). Le battaglie giudiziarie della famiglia del Pirata non arriveranno a dimostrare le tesi dell'assassinio e del complotto, vulnerabili a un vaglio critico, ma sfuggite all'ambito originario hanno già ottenuto lo scopo: danneggiare la sfera razionale e imbastire una versione popolare da consegnare ai posteri. In gioco c'è la memoria del Pirata, far sopravvivere l'immagine di un'immagine e trasformarla in effigie" (...). Il risultato, due facce di uno stesso reportage (da una parte il racconto degli ultimi mesi che si legge come un romanzo al quale è stato strappato il lieto fine, dall'altro un approfondito botta e risposta), si propone come una bussola perché ciascuno, a partire da alcuni punti fermi, possa orientarsi e giudicare in proprio l'attendibilità di eventuali nuove prove."
(dall'Introduzione del libro)
2010) - Libro meraviglioso, coinvolgente, ricco di riferimenti storici, sociali, politici e di cronaca sportiva. Roma 1960 ha rappresentato uno spartiacque della storia sportiva, ma anche di quella sociale e politica. David Maraniss, giornalista del Washington Post, premio Pulitzer 1993, racconta le Olimpiadi romane del 1960 con la competenza di un cronista sportivo, la dovizia di uno storico e la capacità analitica di un osservatore politico. I Giochi che, come recita il sottotitolo, cambiarono il mondo. Quest'ultima non è affatto un'interpretazione retorica o forzata. Maraniss descrive magistralmente tutti i cambiamenti epocali a livello sociale, economico, politico e sportivo racchiusi in quei straordinari diciotto giorni nella Città Eterna. La Guerra Fredda, la discriminazione razziale, l'apartheid sudafricana, Cassius Clay, Abebe Bikila, le Tigerbelles, le due Germanie, Taiwan/Formosa, i primi casi di doping, i primi sponsor, l'inizio dell'era Tv.
"Roma, nel 1960, fu spazzata dalle Olimpiadi come da una ventata di freschezza". In una città che cerca di scrollarsi di dosso le pesanti eredità del fascismo, già immersa nella Dolce Vita e nel boom economico, approdano dai quattro angoli della Terra le delegazioni sportive di quelle che passeranno alla storia come le prime Olimpiadi dal dopoguerra a tornare ai fasti del passato, ma nel contempo le ultime dell'era romantica, ispirate ancora a una concezione aristocratica e non professionista dei Giochi. In questo periodo cominciano infatti ad emergere nuove forze destinate a mutare profondamente lo sport in generale: gli sponsor, le tecnologie, il doping. E le prime Olimpiadi in Mondovisione sono anche il palcoscenico di un equilibrio politico mondiale in rapida evoluzione, con Usa e Urss al centro di una sfida a suon di medaglie e di propaganda, un altro volto di quella Guerra Fredda che nel giro di due anni porterà alla crisi dei missili".
(dalla sinossi del libro)
DA KINSHASA A LAS VEGAS VIA WIMBLEDON - Forse ho visto troppo sport di Rino Tommasi (Limina, 2009) - Tra i vari libri scritti da Rino Tommasi - non molti a dire il vero - questo è il mio preferito. Una lunga e piacevole serie di ricordi, racconti, retroscena, aneddoti, il tutto condito da qualche immancabile statistica ("un cervello essenzialmente matematico però capace di digressioni epico-fantastiche quali consente uno sport come il pugilato. Io lo chiamo professore, senza la minima ombra di esagerazione scherzosa" diceva di lui Gianni Brera) e da opinioni chiare e decise su tantissimi temi: dal sistema sportivo americano, ai format e ai cambiamenti regolamentari del calcio, al suo quotidiano sportivo ideale, ecc.
Per un appassionato di sport - inteso in senso lato, non come sinonimo di calcio - un libro imperdibile. Lo sport visto, vissuto e raccontato da uno degli ultimi maestri del giornalismo sportivo italiano.
"Ho avuto la fortuna e l'opportunità di attraversare, con ruoli diversi, il mondo dello sport e di raccogliere esperienze che mi sembrano sufficientemente interessanti da raccontare e - mi auguro - da leggere. Se volessi riassumere i miei 75 anni, potrei indicare come tappe fondamentali: (...) il tennis che non è mai stato l'occupazione e la preoccupazione principale ma c'è sempre stato, come divertimento prima di diventare oggetto di lavoro; il pugilato, incontrato per caso ma studiato con impegno, motivo di grandi soddisfazioni, di cocenti amarezze ma anche di impagabili esperienze; il giornalismo, raggiunto un po' in ritardo ma inseguito sempre come obiettivo principale e come vocazione compiuta; infine la televisione, anche questa trovata tardi, per caso, alla quale ho dato molto non sempre ricevendo in proporzione. Naturalmente al centro di tutto questo c'è sempre stato lo sport, come oggetto di divertimento, di studio, di lavoro. Ho sempre pensato che lo sport insegna ad affrontare due situazioni importanti e con le quali quasi tutti dobbiamo confrontarci, insegna a vincere e insegna a perdere, in altre parole insegna a vivere. E io sono contento della mia vita".
(dalla Premessa del libro)

Il Premio Strega Francesco Piccolo ha presentato in anteprima il libro a Pordenonelegge 2014. Mattinata indimenticabile. Qui trovate il post dello stesso Piccolo nel suo blog su corriere.it:
«Il portiere non è un ruolo, è un modo di essere. Implica una scelta iniziale molto difficile, quella di far parte di una squadra, sì, ma a distanza, da lontano. Da quella scelta ne discendono altre, ugualmente difficili: partecipare, ma solo nel momento cruciale, interrompere il gioco invece che continuarlo. Osservare il mondo in silenzio, come si osservano i campi, mentre le sementi crescono. Sulla linea di porta, tra due pali, durante una partita, avviene tutto con fatica, sudore, impegno, concentrazione. Avete mai fatto caso a quanto sudano i portieri durante una gara?».
(dalla recensione di Francesco Piccolo)
"In breve, le dieci avventure raccontate, delle quali molte vissute anche da noi catodici spettatori, in 266 pagine (tabellini esclusi) mettono al centro le partite ma anche gli eventi correlati e a contorno, con diversi balzi e rimbalzi storici a ricollegare episodi e personaggi. Ed è in sostanza questa la chiave più interessante di un libro che fornisce informazioni probabilmente meno note a chi non è propriamente uno storico del pallone, soprattutto nelle bonus track che non necessariamente riguardano vincitori e protagonisti, ma spostano l’attenzione su particolarità meritevoli di attenzione come (o forse più) di chi all’epoca si era guadagnato le prime pagine dei giornali".
(dalla recensione di Paolo Morati)
DELITTO PANTANI - ULTIMO CHILOMETRO di Andrea Rossini (Nda Press, 2014) - Libro che ho recensito recentemente. Blog-In ha sempre seguito le vicende sportivo-processuali, cercando di fornire ai lettori le chiavi per potersi formare autonomamente un'opinione. Al di là del tifo e delle inevitabili simpatie personali. Per questo non troverete qui la recensione di altri libri, sempre con soggetto Pantani, in cui il sentimento prevale sulla ragione e sui fatti. Il libro di Rossini ripercorre in modo iper-documentato e oggettivo gli ultimi mesi di vita di Pantani. Se non vi fermate alle versioni di comodo e se preferite formarvi un'idea valutando fatti e prove, "Delitto Pantani - Ultimo Chilometro" è un libro da leggere.
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"Questo non è il solito libro su Pantani scritto sull'onda di un'emozione che non si spegne. È piuttosto un invito a difendersi dai meccanismi della macchina del mito, capace di trasfigurare la verità che, come diceva Simenon, "non sembra mai vera" e, per sua natura, lascia spazio al dubbio (forza, ma anche debolezza della ragione). L'inseguirsi dei colpi di scena risponde a una logica da fiction, prevede la sospensione dell'incredulità, parla al cuore e non alla testa, ai sentimenti profondi, specie del tifoso, che spesso affondano nell'infanzia e ne conservano la purezza (...). Le battaglie giudiziarie della famiglia del Pirata non arriveranno a dimostrare le tesi dell'assassinio e del complotto, vulnerabili a un vaglio critico, ma sfuggite all'ambito originario hanno già ottenuto lo scopo: danneggiare la sfera razionale e imbastire una versione popolare da consegnare ai posteri. In gioco c'è la memoria del Pirata, far sopravvivere l'immagine di un'immagine e trasformarla in effigie" (...). Il risultato, due facce di uno stesso reportage (da una parte il racconto degli ultimi mesi che si legge come un romanzo al quale è stato strappato il lieto fine, dall'altro un approfondito botta e risposta), si propone come una bussola perché ciascuno, a partire da alcuni punti fermi, possa orientarsi e giudicare in proprio l'attendibilità di eventuali nuove prove."
(dall'Introduzione del libro)
ROMA 1960 - LE OLIMPIADI CHE CAMBIARONO IL MONDO di David Maraniss (Rizzoli,

"Roma, nel 1960, fu spazzata dalle Olimpiadi come da una ventata di freschezza". In una città che cerca di scrollarsi di dosso le pesanti eredità del fascismo, già immersa nella Dolce Vita e nel boom economico, approdano dai quattro angoli della Terra le delegazioni sportive di quelle che passeranno alla storia come le prime Olimpiadi dal dopoguerra a tornare ai fasti del passato, ma nel contempo le ultime dell'era romantica, ispirate ancora a una concezione aristocratica e non professionista dei Giochi. In questo periodo cominciano infatti ad emergere nuove forze destinate a mutare profondamente lo sport in generale: gli sponsor, le tecnologie, il doping. E le prime Olimpiadi in Mondovisione sono anche il palcoscenico di un equilibrio politico mondiale in rapida evoluzione, con Usa e Urss al centro di una sfida a suon di medaglie e di propaganda, un altro volto di quella Guerra Fredda che nel giro di due anni porterà alla crisi dei missili".
(dalla sinossi del libro)

Per un appassionato di sport - inteso in senso lato, non come sinonimo di calcio - un libro imperdibile. Lo sport visto, vissuto e raccontato da uno degli ultimi maestri del giornalismo sportivo italiano.
"Ho avuto la fortuna e l'opportunità di attraversare, con ruoli diversi, il mondo dello sport e di raccogliere esperienze che mi sembrano sufficientemente interessanti da raccontare e - mi auguro - da leggere. Se volessi riassumere i miei 75 anni, potrei indicare come tappe fondamentali: (...) il tennis che non è mai stato l'occupazione e la preoccupazione principale ma c'è sempre stato, come divertimento prima di diventare oggetto di lavoro; il pugilato, incontrato per caso ma studiato con impegno, motivo di grandi soddisfazioni, di cocenti amarezze ma anche di impagabili esperienze; il giornalismo, raggiunto un po' in ritardo ma inseguito sempre come obiettivo principale e come vocazione compiuta; infine la televisione, anche questa trovata tardi, per caso, alla quale ho dato molto non sempre ricevendo in proporzione. Naturalmente al centro di tutto questo c'è sempre stato lo sport, come oggetto di divertimento, di studio, di lavoro. Ho sempre pensato che lo sport insegna ad affrontare due situazioni importanti e con le quali quasi tutti dobbiamo confrontarci, insegna a vincere e insegna a perdere, in altre parole insegna a vivere. E io sono contento della mia vita".
(dalla Premessa del libro)
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